Molte persone, incentivate anche dagli sconti sulla TARI offerti dai comuni, fanno compostaggio domestico: un ottimo metodo per trasformare la frazione organica dei rifiuti di casa in humus, utilizzabile poi come concime nel proprio orto o giardino. Di seguito vi spiegheremo cos’è di preciso il compostaggio, come funziona e come iniziare a praticarlo anche a casa vostra.
Cos’è e a cosa serve il compostaggio?
Con il compostaggio tutti i rifiuti vegetali, organici e alimentari, vengono trasformati in humus (da insetti, batteri e funghi) che si potrà utilizzare nel proprio orto o giardino. Ovviamente chi possiede un appartamento non potrà praticare il compostaggio, a meno che non abbia un ampio balcone da utilizzare. Fare compostaggio è semplice e porta solo benefici: aiuta ad inquinare meno, fa risparmiare e vi darà la possibilità di ottenere fertilizzante gratis.
Come si fa compostaggio?
Per prima cosa, oltre allo spazio, è necessario un composter. Se ne trovano di vari modelli e varie grandezze. Il composter va collocato preferibilmente all’ombra di un albero, che lo riparerà dalla calura estiva e dalle forti piogge. Per prima cosa bisogna preparare il terreno sul quale posare il composter, quindi dovrete zappare e creare un letto di foglie, rami, e potature varie. Una volta installato il composter dovrete cominciare a buttarvi dentro tutti i rifiuti vegetali di casa, ma è anche necessario che vengano inseriti rami, foglie, paglia e cartone sminuzzato. I rifiuti vanno buttati in modo tale da favorire la crescita dei microganismi e creare perciò un equilibrio tra azoto e carbonio (20-30 grammi di carbonio per ogni grammo di azoto). È importante inoltre rivoltare il compost di tanto in tanto per favorire l’ossigenazione.
Come sapere se il composter funziona bene?
Ci sono vari sintomi che indicano il malfunzionamento del composter, ad esempio l’odore di urina indica che nel composter sono contenuti pochi rifiuti carbonosi (foglie secche, paglia, trucioli), oppure l’odore di marcio che indica un’eccessiva umidità che ha favorito la putrefazione. Quando invece sono presenti molti moscerini è perché vi sono troppi scarti umidi in cima. Insomma il compost vive e va curato.
Come si controlla l’umidità del compost?
L’umidità tende a cambiare in base agli eventi atmosferici, un modo semplice per verificare se il compost ha i giusti livelli di umidità è la prova del pugno. Prendete un campione di massa dal compost, stringetelo in mano e in base alla quantità d’acqua che ne sgorgherà potrete notare se l’umidità è giusta. Nel caso in cui il compost si presenti troppo secco dovrete annaffiare, se al contrario la massa dovesse risultare troppo umida dovranno essere aggiunti degli scarti secchi. La temperatura ideale all’interno del composter deve essere di 60/70°.
Dopo quanto è pronto il compost?
Già dopo i primi 6 mesi potrete utilizzare il compost (che si presenterà ancora grossolano) per concimare il terreno prima della semina, essendo molto fresco non va utilizzato vicino alle radici ma, nel caso, diluito in acqua. Se il compost è più maturo (dopo gli 8 mesi), si presenterà invece come terriccio soffice e nero e sarà utilizzabile anche per concimare direttamente il terreno attorno alle piante.