Depurazione delle acque reflue: che cos’è, a che cosa serve e come avviene

Negli ultimi anni il problema della siccità si fa sempre più sentire in Italia e in Europa, complice anche il fenomeno del cambiamento climatico. Non di rado nelle ultime estati abbiamo infatti visto emergenze idriche che hanno colpito sia gli abitanti di alcune cittadine italiane che il settore dell’agricoltura che, come descritto anche in questa notizia, solamente nell’ultimo periodo del 2022 ha fatto perdere all’agricoltura oltre 5 miliardi di €.

La siccità, come potrai anche approfondire nel nostro articolo relativo alla deforestazione e al gas serra, non è solamente causata dalla scarsità di piogge: l’aumento di CO2 ha seri impatti sul cambiamento climatico, così come sulla riduzione delle piogge.

Chiaramente sono state previste delle misure di prevenzione e supporto contro questo tipo di emergenza, ma notiamo anche che uno dei metodi più efficaci riguarda la depurazione delle acque reflue, che ci consentirebbe di riutilizzarle anche per una seconda volta, riducendo così la richiesta di risorse al nostro pianeta.

La domanda potrebbe quindi sorgere spontanea: cos’è esattamente la depurazione delle acque reflue e a che cosa serve? In questo articolo cercheremo così di approfondire la questione, cercando di capire che cosa sia questo processo, come viene regolamentato e come avvenga.

Che cosa si intende per acque reflue?

Prima di addentrarci sul processo di depurazione, vediamo nello specifico che cosa si intende per acque reflue.

Le acque reflue sono quei liquidi che contengono sostanze inquinanti derivanti da attività umane o industriali. In moltissimi casi le acque utilizzate non vengono trattate e scaricate direttamente nell’ambiente.

Sia chiaro che non tutte vengono direttamente disperse: la legislatura fa capo al DLGS 152 del 1999, che prevede specifiche disposizioni per lo smaltimento delle acque derivanti da attività domestiche, commerciali e industriali.

In moltissimi casi, in particolar modo per quanto riguarda le attività industriali, è necessario provvedere alla loro depurazione, ovvero implementare un processo di eliminazione o riduzione degli inquinanti attraverso un impianto di trattamento.

Notiamo però che la tecnologia negli ultimi anni ha fatto passi da gigante ed è quindi possibile utilizzare degli appositi impianti per riuscire a depurare le acque reflue anche di uso domestico, in modo da poterle riutilizzare per fini irrigui e non solo.

Gli impianti di depurazione delle acque reflue

Un impianto di depurazione delle acque reflue è una struttura realizzata appositamente per trattare le acque inquinate prima che vengano rilasciate nell’ambiente. In altre parole, si tratta di un sistema pensato per pulire l’acqua dalle sostanze nocive che possono danneggiare flora, fauna e, ovviamente, la nostra salute.

Gli impianti di depurazione svolgono quindi una funzione essenziale per il mantenimento dell’ambiente e della qualità delle risorse idriche e oggi è possibile anche installarli in ambiente domestico, sia nei casi in cui l’abitazione non sia allacciata alla rete fognaria che nei casi in cui si voglia sfruttare il processo per irrigare le zone adiacenti e gli spazi verdi all’esterno.

In questi casi è quindi necessario rivolgersi a dei tecnici specializzati per l’installazione di dispositivi appositi e per questo motivo, se desideri approfondire la questione nel dettaglio, ci sentiamo anche di suggerirti di visitare qui la sezione dedicata alle diverse tipologie di impianti di trattamento delle acque reflue presente sul sito dorabaltea.com.

I diversi processi di depurazione e trattamento delle acque reflue

Ci sono vari metodi di depurazione delle acque reflue e gli impianti possono utilizzarne uno o più a seconda dei bisogni e delle caratteristiche delle acque da trattare.

Il trattamento primario è il primo step nella depurazione delle acque reflue ed è finalizzato alla rimozione delle sostanze solide sospese. Questo processo utilizza generalmente metodi fisici, come la sedimentazione e la filtrazione con grossi filtri meccanici, che permettono di eliminare le particelle più grandi.

L’acqua, in questo modo, sarà priva delle sostanze solide più evidenti, ma non completamente purificata, motivo per cui si procede al trattamento secondario.

Dopo aver superato il trattamento primario, le acque reflue passano al trattamento secondario, che ha lo scopo di diminuire ulteriormente il contenuto di sostanze inquinanti. Il trattamento secondario fa uso di processi biologici e chimici per rimuovere gli inquinanti disciolti nell’acqua, come i nutrienti azoto e fosforo, i detriti organici e gran parte dei batteri patogeni.

L’uso di microrganismi per la degradazione degli inquinanti è una tecnica molto utilizzata in questo stadio di depurazione.

Si arriva poi al trattamento terziario, che costituisce l’ultimo step del processo di depurazione delle acque reflue. Questo processo è finalizzato a ottenere un’acqua di alta qualità, priva di sostanze tossiche o nocive che può quindi essere riutilizzata.

Questo stadio impiega chimico-fisici e biologici specifici a seconda del tipo di inquinante da eliminare. Al termine del trattamento terziario, le acque vengono rilasciate nell’ambiente.

Gli effetti positivi della depurazione sul nostro ecosistema

Saper cos’è e a che cosa serve la depurazione delle acque reflue ci permette di comprendere l’importanza di questo sistema nel proteggere il nostro ecosistema.

Tra i benefici più evidenti offerti dalla depurazione, di cui parliamo anche in modo approfondito in questo nostro articolo, troviamo la riduzione dell’inquinamento degli ambienti acquatici, il miglioramento della qualità dell’acqua destinata al consumo agricolo e chiaramente la riduzione dello sfruttamento delle falde, argomento molto importante in questi ultimi anni dove la siccità si fa sentire in maniera molto forte.

Grazie alla depurazione delle acque reflue, si previene il rilascio di sostanze inquinanti negli ecosistemi nelle quali vivono piante e animali. Questo protegge la biodiversità, permettendo a flora e fauna di prosperare senza il pericolo delle contaminazioni che potrebbero causarne la morte o l’estinzione di intere specie.

In sostanza si tratta quindi di un metodo che è in grado di farci risparmiare moltissime risorse idriche, prevenendo al contempo l’inquinamento, destinando così il prodotto della depurazione ai fini agricoli e irrigui, e riducendo di conseguenza lo sfruttamento delle nostre preziose scorte.