Tra le fonti rinnovabili di energia, un capitolo interessante è rappresentato dall’energia geotermica, prodotta, cioè a partire dal calore pressoché inesauribile derivante dall’attività termica della Terra, dall’attività vulcanica o comunque di strati profondi che sono caratterizzati da alte temperature. Per queste caratteristiche precipue, è evidente che non tutti i luoghi sono adatti all’insediamento di impianti di questo genere. La presenza della fonte geotermica può essere più o meno profonda e in molti luoghi si dovrebbe andare talmente tanto in profondità da renderla difficilmente fruibile.
La profondità di sfruttamento di tale energia varia da poche decine di metri fino a qualche migliaio e si caratterizza dal reperimento di fonti intorno ai 150°C. Il calore della terra viene sfruttato attraverso impianti che schematicamente possono essere considerati composti da sistemi di convogliamento dalle profondità fino all’impianto di generazione di energia, quindi sistemi di tubazioni e sistemi di separazione vapore-acqua. Il liquido caldo così estratto viene inviato alla centrale elettrica vera e propria dove attiva le turbine generatrici di corrente che, attraverso trasformatori esaltatori di tensione e la connessione alla rete elettrica, viene posta in distribuzione.
Il vapore sfruttato viene inviato ad un condensatore da cui, attraverso apposite pompe, viene estratto in forma liquida e immesso in una torre di raffreddamento e infine reimmesso nel bacino geotermico. Il liquido caldo estratto o il vapore stesso possono talvolta contenere gas e sostanze che vanno abbattute tramite appositi sistemi di abbattimento; ci riferiamo, ad esempio, alla presenza frequente di idrogeno solfato e mercurio ma molte altre sostanze possono essere presenti, variabili a seconda delle caratteristiche del sito di estrazione. Questa operazione è necessaria per limitare l’impatto ambientale. Nonostante gli abbattimenti, alcune sostanze finiscono certamente in atmosfera ma soprattutto non viene rilasciata in atmosfera alcuna sostanza pericolosa e gli inquinanti rilasciati nell’aria sono parecchio inferiori a quelli caratteristiche delle centrali a combustibile fossile, tutelando l’ambiente e riducendo nettamente l’effetto serra.
Quali utilizzi dell’energia geotermica?
Il calore geotermico viene usato prevalentemente per la produzione di energia elettrica ma queste fonti possono essere utilizzate anche in altri modi come, ad esempio, il riscaldamento domestico come avviene anche in certe aree italiane, oppure per lo sfruttamento termale a fini curativi e in molte altre applicazioni rendendo lo sfruttamento della fonte ancora più interessante dal punto di vista economico industriale. Lo sfruttamento dell’energia geotermica abbatte nettamente i costi, essendo una presenza costante tutto l’anno e praticamente inesauribile: un impianto geotermico di elettro produzione ha costi inferiori anche dell’80% rispetto ad altri impianti a carburante fossile.
Vantaggi e svantaggi
Gli impianti di generazione tramite fonti geotermiche hanno il grande vantaggio di essere assolutamente ecologici, scevri di emissioni di CO2, sono impianti silenziosi e consentono di essere sganciati totalmente dalle logiche di mercato dei prodotti petroliferi e del gas. L’assoluta assenza di carburanti nell’impianto riduce quasi a zero il rischio di incendi ed esplosioni. Tra gli svantaggi bisogna segnalare la frequente presenza di odore di uova marce, tipica di molte acque termali, risolvibile almeno parzialmente con l’abbattimento dell’idrogeno solfato e un aspetto non propriamente valido nell’estetica che potrebbe cozzare con il paesaggio circostante.