Un impianto fotovoltaico è una tecnologia che consente di produrre energia pulita sfruttando la luce del sole, servendosi quindi di una fonte rinnovabile, ormai preso come modello energetico per il futuro, scalzando le fonti fossili ormai prossime all’esaurimento.
I pannelli fotovoltaici sono costituiti dall’unione di più celle fotovoltaiche, in grado di convertire l’energia dei fotoni in elettricità, provocando il cosiddetto effetto fotovoltaico: partendo dalla luce del sole, vengono stimolati gli elettroni presenti nel silicio di cui è composta la cella solare (è un materiale semiconduttore), i quali cominciano a fluire nel circuito producendo la corrente. I moduli fotovoltaici sono sostenuti da strutture in grado di reggere il peso della neve e la forza del vento, costruite in particolar modo con l’alluminio.
Un pannello solare produce energia in corrente continua: sarà compito dell’inverter convertirla in corrente alternata, in modo tale da poter essere trasportata negli edifici domestici o in quelli industriali, adibiti all’utilizzo di questa tipologia di corrente. Gli inverter possono integrare i sistemi di stoccaggio, come le batterie al litio.
Subito dopo l’inverter vengono installati due contatori: uno misura l’energia complessiva prodotta dall’impianto, l’altro misura l’energia che non viene immediatamente utilizzata. Il surplus di energia fotovoltaica viene stoccata nei sistemi di accumulo, per essere sfruttata più avanti quando ce ne sarà bisogno.
Costi e durata degli impianti fotovoltaici
Quanto costa un impianto fotovoltaico? Il prezzo varia in base alla scelta dei pannelli che andranno a comporlo, calcolato in base ai Kw. A questa base si vanno ad aggiungere le tariffe relative all’installazione, effettuata da aziende specializzate come Kennew, e ai componenti come le strutture di supporto che garantiscono durevolezza all’impianto. Potrebbero esserci dei surplus nel caso in cui vi sia la necessità di compiere opere murarie sul tetto per procedere con l’installo, che variano anche in relazione all’accessibilità del luogo d’installazione.
Anche le pratiche burocratiche con il gestore elettrico rappresentano un investimento: l’opzione più gettonata è quella di far sbrigare queste routine direttamente all’azienda installatrice, e il progettista può richiedere un compenso più alto in quanto firmatario del progetto, diventando il primo soggetto responsabile in caso di malfunzionamenti o ritardi nel disbrigo della funzionalità del sistema fotovoltaico.
Periodicamente deve inoltre essere effettuata la manutenzione dell’impianto, che non richiede spese eccessive, ma bisogna mettere in conto che vi potrebbero essere anche elementi non più funzionanti o rotti a cui far fronte.
Il ciclo di vita di un impianto fotovoltaico va dai 20 ai 30 anni e i costi si ammortizzano nel tempo attraverso il risparmio in bolletta e gli incentivi fiscali. L’inverter invece dura solitamente 10 anni, a causa del carico elettrico a cui è sottoposto. La durata dipende anche da come si tengono i pannelli, dal luogo in cui vengono installati e dalla manutenzione che si attua.
Quali sono i benefici per l’ambiente?
Un impianto fotovoltaico non è funzionale solo a tagliare i costi della bolletta, ma porta con sé benefici per l’intero ecosistema, essendo un’alternativa ai combustibili fossili che fanno disperdere l’anidride carbonica. L’energia solare è fondamentale per ottenere la diminuzione di CO2, principale causa dell’effetto serra e dei cambiamenti climatici tuttora in atto.
Installando i pannelli fotovoltaici, è come se si piantasse una piccola foresta di alberi. Inoltre, i vantaggi si possono riscontrare sia dal punto di vista chimico (non si producono scorie) che termico (le temperature non raggiungono un valore superiore a 60°). Inoltre durante il processo di conversione non viene prodotto alcun rumore da parte dell’impianto.
Col fotovoltaico viene annullata la dispersione dell’energia elettrica una volta che questa viene prodotta. Passare allo sfruttamento dei raggi solari è la soluzione più adeguata per risolvere il fabbisogno energetica mondiale e per sopperire la diminuzione di risorse come uranio, petrolio e gas, altamente inquinanti.
Nel momento in cui l’impianto viene smantellato, il 98% dei suoi componenti può essere riciclato, in quanto un modulo è composto da materie prime non inquinanti come il vetro (in percentuale nettamente maggiore), il silicio e una piccola parte di tedlar (materiale plastico).
Batterie con accumulo per fotovoltaico
Per aumentare i vantaggi del fotovoltaico sono state messe in commercio le batterie di accumulo, che si presentano come una serie di batterie custodite in un guscio metallico, le quali vengono abbinate a un inverter e a un regolatore di carica per immagazzinare l’energia in eccesso. Hanno incorporata una centralina elettronica in grado di scegliere autonomamente se l’energia prodotta dai pannelli dovrà essere immagazzinata o sfruttata.
I punti di forza di questo strumento sono l’incremento dell’autoconsumo della propria energia e incremento del risparmio sulla bolletta elettrica, dato che diminuisce l’energia prelevata dalla rete. Il prezzo finale varia principalmente in base alla capacità di accumulo, ossia quanta energia può stoccare il sistema, calcolabile in base alle abitudini del committente e al fabbisogno energetico della dimora o dell’azienda, ma anche a seconda della tipologia di edificio (se antico o moderno).