Una casa alimentata soltanto dall’energia elettrica potrebbe offrire a chi la abita un gran numero di vantaggi. Tale soluzione però può ritenersi decisamente valida per determinate fasce d’utenza e sconsigliabile per altre.
Se siete intenti a costruire o a ristrutturare casa è bene avere le idee chiare in proposito in maniera da predisporre adeguatamente tutti gli impianti e gli interventi del caso. Vediamo allora a chi raccomandare un appartamento interamente elettrificato.
Un’abitazione eco-friendly
Analizziamo innanzitutto la questione dal punto di vista dell’impatto ambientale. La tendenza in questi ultimi anni è di orientarsi verso un’edilizia green e di sfruttare al massimo quindi le fonti energetiche pulite e rinnovabili presenti sul pianeta.
La cosiddetta casa passiva, vale a dire contraddistinta da un fabbisogno energetico minimo, può essere interamente alimentata da corrente elettrica. Ciò a patto però di operare in maniera da settare la struttura non soltanto dal punto di vista degli impianti, ma anche dell’isolamento termico. Installare degli infissi a doppia vetro camera e curare la coibentazione dell’appartamento significa ridurre notevolmente il fabbisogno elettrico di una normale famiglia e quindi vivere in una casa ecosostenibile.
Questo genere di abitazione è totalmente alimentata da una pompa di calore messa in comunicazione costante con un serbatoio di accumulo. L’energia prodotta andrà così ad approvvigionare i caloriferi, le caldaie ed il piano cottura che, in questo caso, funzionerà ovviamente ad induzione.
Quando rinunciare al gas?
Una casa interamente elettrificata ha rinunciato all’alimentazione a gas. Ora, questa opzione non sempre può ritenersi valida, lo dicevamo già in apertura. In poche parole ricorrere all’uso esclusivo della corrente conviene se il carico termico complessivo dell’intera struttura abitativa non è eccessivo. Chiariamoci meglio.
Tipologia di riscaldamento
Una pompa di calore normalmente sfrutta l’azione di un liquido, in questo caso l’acqua, mantenuto a basse temperature (circa 25°). Una caldaia alimentata a gas ed utilizzata per accendere i fornelli della cucina o per intiepidire gli ambienti, lavora mantenendo sempre una temperatura vicina ai 75°. Per offrire risultati apprezzabili perciò una pompa di calore necessita di superfici radianti di una certa dimensione o, in alternativa di sistemi a pavimento. Naturalmente occorre anche individuare la tariffa luce più appropriata (https://chetariffa.it/energia/luce).
In un contesto del genere un calorifero alimentato elettricamente avrebbe una resa piuttosto bassa e potrebbe ottenere risultati soddisfacenti soltanto aumentando a monte la potenza del contatore domestico. Appare chiaro che in questi casi difficilmente un tecnico potrà suggerirvi di optare per una casa interamente elettrificata, soprattutto se la struttura è ormai parecchio datata. Non soltanto non si trarrebbe alcun vantaggio dall’operazione, ma si innalzerebbero notevolmente i costi di gestione dell’appartamento.
Restaurare casa
La situazione cambia quando è in corso invece un restauro massivo dell’immobile o si decide di costruire casa ex novo. In queste eventualità infatti sarebbe possibile abbinare ad una pompa di calore da 7,5 kW termici un serbatoio di accumulo in cui convogliare tutta l’acqua calda sanitaria necessaria alla routine domestica e familiare. In genere tale serbatoio avrà capacità pari a circa 200 litri. La possibilità di installare un apparato così congeniato rende invece conveniente la scelta di elettrificare l’appartamento. L’acqua si mantiene infatti costantemente su temperature medio-alte, il serbatoio può ricaricarsi in tempi ragionevoli e lo scarto tra il calore ambientale e quello prodotto dagli apparecchi non è eccessivo.
Coibentare casa
A proposito di quest’ultimo punto ricordiamo però la necessità di coibentare adeguatamente la casa in questione. Servirà a non disperdere l’energia prodotta, ad evitare il ricorso continuo a termosifoni e climatizzatori ed a ridurre ulteriormente la temperatura di mandata.
Piano a induzione
Si completerà il lavoro scegliendo per la cucina un piano ad induzione il quale ci garantirà una cottura rapida e veloce delle pietanze, una dispersione nulla dell’energia prodotta e risultati ottimali. La casa così costruita o eventualmente restaurata necessiterà infine di un contatore da 4,5 kW.
Costo dell’operazione
Il costo dell’operazione appena descritta varia ovviamente in base all’entità dei lavori da portare a termine. Si consideri che per trarre effettivo vantaggio dall’elettrificazione della casa sarebbe bene aggiungere al sistema delineato un piccolo impianto fotovoltaico.
Acquistando un appartamento di nuova costruzione pensato per poter rispondere a tutte le caratteristiche appena illustrate, dovremmo spendere circa il 13% in più rispetto a quanto faremmo acquistando una casa old style. Un lavoro di riqualificazione invece avrebbe un costo pari a circa un migliaio di euro per metro quadro coinvolto nel restauro. Nel prezzo sarebbero comunque inclusi i costi legati alla coibentazione dell’appartamento, all’installazione dei nuovi infissi, alla realizzazione di moderni impianti elettrici ed alle necessarie finiture.
Mediamente quindi, escludendo l’acquisto dei pannelli solari e l’eventuale rinnovo dell’impianto di riscaldamento, sarebbero necessari circa 8000 euro per l’adeguamento energetico di una vecchia casa. C’è da dire però che la spesa sostenuta potrebbe presto essere ammortizzata grazie agli importi notevolmente ridotti delle nuove bollette. La riqualificazione di vecchi appartamenti viene premiata dallo Stato con sgravi ed incentivi. I criteri di assegnazione andrebbero comunque puntualmente verificati prima di sostenere un qualsiasi tipo di spesa dato che sono soggetti a periodiche modifiche.