La coscienza di vivere slow

Erano anni che aspettavo questo momento. Adesso finalmente il movimento Slow sta acquistando slancio, anche a causa di una pubblicazione di successo, “In Praise of Slow” di Honorè. La tesi sostenuta dall’autore è la seguente: il rallentamento della crescita economica e il prezzo elevato del petrolio ci costringono ad un rallentamento dei ritmi di vita. Guidare più lentamente e volare più lentamente diminuisce i consumi. E’ meno pericoloso e meno stressante aggiungerei, sempre che gli altri automobilisti ve lo permettano. Insomma, stiamo assistendo ad una inversione di tendenza.

Il vivere troppo velocemente ha provocato diversi danni all’uomo moderno e questo lo sappiamo: abbiamo rimpinzato ogni minuto della nostra vita per renderlo più efficiente,ed adesso che abbiamo trascorso anni in questo modo ci guardiamo indietro ci accorgiamo di aver partecipato ad una gara anziché vivere la vita. Siamo stressati, mangiamo e riposiamo male e come ci dice Honorè abbiamo anche inquinato. Cambiamo il portatile ogni due anni per avere l’ultima tecnologia eppure lo sappiamo benissimo che per le nostre esigenze il vecchio sarebbe andato bene almeno per un’altra generazione o due (sempre di computer).

Il rimedio al nostro vecchio modo di vita però sta nascendo da solo. Sono spuntati numerosi circoli di Slow Food. Si pratica lo Slow Travel, e si inizia a riflettere sulle conseguenza di una vita vissuta a grande velocità. Si assaporano la vacanza fermandosi a riflettere sul territorio, si partecipa a degustazioni di cibi, formaggi e vini. Non pretendo che tutti condividano la mia opinione ma sono felice di incontrare persone con lo zaino da trekking in spalla che si fermano per percorrere itinerari verdi nella nostra bella Italia e che ci sia gente che magari va a cena fuori due volte al mese, ma degusta formaggio italiano e beve Chianti, e scusate se lo dico, ma quando sta a tavola parla nell’unico modo in cui vale la pena di farlo: slow.